Reti fantasma

Le reti da pesca perse o abbandonate in mare, contribuiscono enormemente alla minaccia ambientale perché sono in grado di fluttuare e di spostarsi in balia delle correnti, continuando a “pescare” senza alcun controllo per anni, se non decenni. Per tale motivo, prendono il nome di reti fantasma (o ghost nets) e ogni anno catturano e uccidono migliaia di organismi, tra i quali sono spesso presenti non solo le specie ittiche di interesse commerciale, ma anche quelle protette e in via di estinzione, come squali, mammiferi marini, tartarughe e uccelli, rappresentando il pericolo peggiore per la biodiversità, la sostenibilità degli oceani e il settore della pesca.

Le ghost nets possono agire, oltre che in superficie, anche più in profondità e sui fondali marini, dove risiedono milioni di specie marine ed habitat sensibili, come le barriere coralline, che vengono gravemente danneggiati.

Anche se la precisa quantificazione è difficile, si stima che ogni anno venga smarrito il 5,7% del numero totale di reti impiegate in mare, che diventano anche un pericolo per la navigazione poiché possono compromettere la manovrabilità delle imbarcazioni.

Nel Mar Mediterraneo, le reti fantasma rappresentano una grande e significativa preoccupazione ambientale che sta minacciando e mettendo a rischio la vita di interi ecosistemi marini. Perciò, dobbiamo intervenire per contrastarne l’aumento e prevenire il loro impatto sull’ambiente.

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